C’è gente che cerca a tutti i costi l’esposizione ai raggi del sole: il calore estivo che penetra nelle ossa e scalda pelle e cuore, regala tintarella, buon umore e favorisce la sintesi di vitamina D. C’è gente che (come la sottoscritta), invece, rifugge la tintarella, ma trae estremo piacere dall’esposizione alle lingue straniere che conosce. L’irradiazione linguistica rappresenta per me uno dei modi migliori per stimolare endorfine.
Esatto. Non dico come una corsa all’aperto, non nel mio caso, ma diciamo che tutte le volte che riesco a farmi un bel bagno di tedesco o di inglese (ma di quello perfetto), la mia anima si eleva oltre l’esosfera, il mio umore ne risente in modo assolutamente evidente e il mio cervello si esalta.
Oddio, che roba.
Esagerazioni a parte, lavorando come interprete in questi giorni mi sono resa conto di quanta soddisfazione e di quanta ricchezza io riceva dal contatto diretto con parlanti madrelingua delle mie lingue di lavoro (inglese e tedesco; non disdegno il francese, che non uso quasi mai come lingua di lavoro, mi piace anche quella). Imparare una lingua e/o migliorarne la conoscenza dipende dall’esposizione alla lingua.
Ovvio, no? Ma non sempre scontato.
Anche volersi esporre ad una lingua è un lavoro, bisogna avere la volontà di farlo anche quando non si è „costretti“ per lavoro. Soprattutto dopo la pausa estiva, dopo un mesetto in cui non utilizzo determinati vocaboli, spesso devo togliermi della ruggine di dosso per parlare la lingua straniera più fluentemente, e l’immersione in un ambiente di madrelingua è per me un piacere rigenerante.
Detto questo, ogni volta che ne ho l’occasione, cerco di trattenere il massimo di questa esperienza, quindi ogni volta che imparo qualcosa di nuovo grazie all’esposizione alla lingua, mi impegno a:
- prendere appunti cartacei o digitali delle parole nuove, per favorire la memoria fotografica della parola nel suo contesto;
- ripetere mentalmente le espressioni che voglio riutilizzare affinché rimangano impresse nella mia memoria;
E, in generale, se non sono esposta all’interazione per motivi stringenti di lavoro (cioè se non sto traducendo qualcuno o per qualcuno), cerco di:
- favorire l’ascolto passivo utilizzando i vari media (radio, podcast, video, ecc.) e leggere;
- superare la timidezza e interagire con i parlanti madrelingua perché… ogni lasciata è persa! Se evito il dialogo con qualcuno per timidezza, avrò sicuramente person un’occasione per imparare qualcosa di nuovo: un accento, un’intonazione, una parola usata in un contesto particolare…ci sono così tante cose che ancora non conosco delle mie lingue di lavoro!
Qui trovate alcuni link interessanti che confermano come l’esposizione alla lingua favorisca l’apprendimento:
- i 5 principi per l’apprendimento efficace di vocaboli di una seconda lingua (in inglese)
- consigli su come imparare una lingua (generale)
Buona tintarella di lingue!
S.